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Tor Sapienza Tor Sapienza / Via del Maggiolino

“In sedia a rotelle e sotto sfratto a 52 anni. Dal Comune nessuna tutela”

Abita a Tor Sapienza, in via del Maggiolino. Da quando il compagno, anche lui invalido, ha perso il lavoro Ernesta non paga più l'affitto. Si è rivolta all'amministrazione per richiedere un alloggio. Da mesi attende una risposta

Lei, 52 anni, vive su una sedia a rotelle. Lui, 44, ha perso il lavoro dopo un durissimo decorso post operatorio. Ernesta e Claudio vivono da quasi un anno con la sola pensione di lei, 700 euro al mese. Abitano in via del Maggiolino, a Tor Sapienza, ma non riescono più a pagare l'affitto perché sulle spese correnti le cure mediche pesano come macigni. Tra una ventina di giorni sarà esecutiva la procedura di sfratto. Pensando di appartenere a una categoria di cittadini per i quali l'amministrazione prevede forme di tutela si sono rivolti al Comune di Roma chiedendo assistenza alloggiativa. Una lunga trafila burocratica risoltasi, almeno ad oggi, in un nulla di fatto.

“Egregio sindaco, Egregio assessore, mi chiamo Ernesta Fraleoni, ho 52 anni, sono invalida civile al 100% e vivo su una sedia a rotelle. Convivo con il mio compagno Claudio Gigli di 44 anni. Abbiamo sempre condotto una vita normale senza quasi mai problemi economici, vivendo con la mia pensione e con il suo stipendio”. E' l'incipit di una mail inviata da Ernesta al primo cittadino uscente, Gianni Alemanno e all'assessore alla casa, Lucia Funari. Un appello, l'ennesimo, di aiuto in cui la donna racconta nel dettaglio il dramma. 

LA MALATTIA - La coppia ha vissuto senza grossi ostacoli fino al 2006, quando Claudio è stato operato perché affetto da obesità grave. L'intervento, in gergo tecnico 'diversione bile pancreatica', ha come obiettivo la riduzione di grassi e amidi assorbiti dall'intestino. Dopo due anni dall'operazione il paziente ha cominciato ad accusare malori seri che progressivamente lo hanno limitato nel quotidiano. In altre parole, Claudio non riesce più a condurre una vita normale, costretto a convivere con disagi continui: sbandamenti, cadute, anemia cronica, insonnia, debolezza, depressione, perdita momentanea della vista. 

Per alleviare i sintomi, spiega Ernesta nella mail, “deve fare sei pasti completi al giorno, e principalmente proteici, quindi carne e pesce, oltre a dover assumere diverse dosi giornaliere di vitamine e integratori". "Una spesa folle” che inizia a pesare da subito sul reddito familiare. E che diventa insostenibile non appena Claudio si ritrova disoccupato. Prima di mollare cambia diversi impieghi ma col passare del tempo anche il più blando diventa faticoso. Decide di presentare domanda di invalidità civile e gli viene riconosciuto un 50%. Fa ricorso. E intanto i due vanno avanti con la pensione di lei, in totale 700 euro mensili. 

LO SFRATTO - “Non potendo più pagare l'affitto - racconta - ci siamo rivolti alla SOS (Sala Operativa Sociale, ndr) del V Dipartimento (Politiche Sociali, ndr). Claudio è stato assegnato al banco alimentare e mensilmente gli forniscono solo alcuni prodotti che purtroppo non sono specifici per il suo problema, ma che lo aiutano ad alimentarsi di più di quanto ci possiamo permettere”. Per l'affitto invece “gli operatori della SOS ci hanno detto di seguire la prassi dello sfratto che ci avrebbe dato altro tempo e che, al momento di uscire, ci avrebbero dato un alloggio, anche perché io come disabile ne ho diritto”. Da qui il calvario per uffici e addetti ai lavori, perfettamente riassunto nella stessa mail inviata agli amministratori. 

LE RISPOSTE - Prima tappa, e prima pila di documenti, allo sportello Casa del Municipio. Seconda al V Dipartimento dove Ernesta fa domanda per un residence presentando quattro documenti protocollati tra il 3 dicembre 2012 e il 22 febbraio 2013. Fin qui nessun riscontro.

Alle Politiche Abitative la coppia chiede “una sistemazione alloggiativa d'emergenza” ma, dopo appena un giorno, viene contattata telefonicamente con esito negativo e una risposta secca: non è competenza delle Politiche Abitative ma dei servizi sociali e del V Dipartimento. Fanno richiesta per il nuovo Bando Case (31 dicembre 2012, ndr), ma gli dicono subito che alloggi non ce ne sono. 

La speranza si riaccende alla notizia dell'assegnazione di 44 alloggi per disabili a Settecamini, letta i primi di aprile sul sito del Comune. I due si informano immediatamente su come poter accedere al bando. Risultato? Alle Politiche Abitative li mandano al V Dipartimento, e al V Dipartimento li rispediscono alle Politiche Abitative. Insomma, un labirinto che sembra senza uscita e una serie di rimpalli il cui unico risultato è il silenzio.

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