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Termini-Centocelle: "Trasformarla in un tram non conviene, le istituzioni finanzino la ristrutturazione"

Sei associazioni, tra cui Legambiente, hanno inviato alle istituzioni competenti un report tecnico

Mantenere la ferrovia Termini-Centocelle così com’è grazie a lavori di ristrutturazione in grado di potenziarla e ammodernarla. Abbandonare il progetto di trasformarla in un tram aprendo i cantieri per rifare le rotaie. Sei tra associazioni e realtà cittadine chiedono di essere ascoltate in merito al futuro del ‘trenino giallo’ che attraversa i quartieri di Centocelle, Torpignattara e del Pigneto fino a raggiungere il centro.

Legambiente Lazio, l’Osservatorio regionale sui trasporti, Assoutenti, Odissea quotidiana-Sferragliamenti dalla Casilina e l’Associazione TrasportiAmo, sostenute dal comitato di quartiere di Torpignattara, hanno inviato ieri alle istituzioni competenti, dalla ministra dei Trasporti, Paola De Micheli, al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, passando per la sindaca di Roma, Virginia Raggi, i presidenti dei municipi interessati, Atac e sindacati, una relazione, frutto di un incontro congiunto avvenuto il 14 gennaio, a supporto della riqualificazione della linea senza una vera e propria trasformazione in un tram che, dal punto di vista tecnico, comporterebbe interventi più impattanti e costosi.

L’attività di associazioni e realtà cittadine nasce dalla decisione del ministero delle Infrastrutture di congelare il via libera al finanziamento della riqualificazione della linea Termini-Centocelle, che quest’estate è stata stralciata dall’elenco delle ferrovie non connesse, destinato a trasformarla in una metramvia con la prescrizione di allargare la distanza tra le rotaie da 950 millimetri a 1.445 millimetri, pari a quella dei tram. “Tale scelta porta con sé notevoli complicazioni progettuali ed extracosti, con il rischio della paralisi della linea”, scrivono le associazioni nella relazione. “Il mantenimento dello scartamento ridotto, aggiornato con le tecnologie ed i confort della modernità, consentirebbe la creazione di una vera e propria rete metrotramviaria ad est della città”. Al contrario, il timore verso lavori troppo invasivi è rappresentato da un incremento dei costi e un allungamento dei tempi.

Le realtà che hanno firmato il documento hanno stilato un elenco con gli interventi da effettuare con il servizio attuale e un altro in vista di una ristrutturazione futura. Il primo passo è la cessione dell’infrastruttura da parte della Regione Lazio al Roma Capitale. Segue la riapertura della tratta fino a Giardinetti “per aumentare l’offerta di trasporto pubblico”. Il servizio andrebbe inoltre reso più efficiente attraverso una serie di interventi come l’installazione di nuovi semafori, la sostituzione dei pali della linea di contatto, la risistemazione dei binari.

Per il futuro associazioni e cittadini non hanno dubbi. In cima alla lista dei “punti fermi” c’è il mantenimento integrale e la riqualificazione della tratta” fino a Giardinatti. L’intera linea andrebbe poi prolungata “da Termini Laziali a Termini Stazione a doppio binario” e “da Giardinetti a Tor Vergata Policlinico e Città Universitaria”. Andrebbero poi installate nuove rotaie che permetterebbero di abbassare i convolgi rendendoli accessibili ai passeggeri con ridotta mobilità e di ridurre le vibrazioni causate dal passaggio dei treni.

Per il deposito/officina di Centocelle si prospetta la possibilità di un “vincolo storico” mentre si potrebbero realizzare nuove fermate: “Centro commerciale”, all’altezza dell’omonima struttura su via Casilina, e “Policlinico Casilino”, con contestuale soppressione della fermata di Torre Spaccata. Tutti i lavori, si legge ancora nella relazione, andrebbero monitorati da un Osservatorio permanente presso Roma Capitale.

“Il Comune prenda in carico la linea dalla Regione”, il commento di Roberto Sacchi, presidente Legambiente Lazio. “Combattere i cambiamenti climatici e le emissioni di gas vuol dire anche portare nuovo trasporto pubblico su ferro: a Roma è assurdo che invece di fare nuovi tram e metro, si riescano addirittura a perdere anche quelli che già ci sono”. Aggiunge Amedeo Trolese di Legambiente: “L'incontro è stato un ottimo punto di partenza per fare massa critica tra i vari soggetti che hanno a cuore il salvataggio e il rilancio moderno”.

Sulla stessa linea anche Andrea Ricci dell’Osservatorio Regionale sui Trasporti: “Questo incontro testimonia che una visione comune, realistica e di buon senso non è difficile da trovare anche su una situazione che accumula errori su errori da più di mezzo secolo. Stavolta siamo davvero all’ultima possibilità per invertire la tendenza”.

Per Roberto Donzelli e di Mattia D’Amico Assoutenti, “il vantaggio dello scartamento ridotto è che si può riutilizzare un’infrastruttura già esistente, e buona parte del materiale rotabile. Inoltre si può lavorare sotto esercizio, evitando interruzioni del servizio. Viceversa, il cambio di scartamento comporta il rifacimento integrale dell’armamento e la sostituzione totale del materiale rotabile, con conseguente necessità di lunghe interruzioni di durata imprecisata”. Carlo Andrea Tortorelli, blogger di Sferragliamenti dalla Casilina, aggiunge: “Il rimando al riparto 2019 del fondo per il trasporto pubblico di massa rappresenta l'unica e ultima occasione per rilanciare la linea”. 

David Nicodemi dell’Associazione TrasportiAmo, afferma: “Bisogna uscire dalle ambiguità, Roma Capitale deve sbrigarsi a farsi carico delle Linea, riattivare la tratta sospesa e, infine, convincere il Ministero a finanziare il progetto di ammodernamento, così com’è stato presentato”. Il comitato di quartiere di Torpignattara “da sempre impegnato per la tutela e la valorizzazione della linea Roma-Giardinetti, supporta e condivide quanto emerge nel comunicato congiunto”, le parole di Claudio Gnessi. “La linea rappresenta una risorsa essenziale per l’intero asse trasportistico Labicano”. 

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