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Autorecupero di via dei Lauri a Centocelle, ennesimo presidio: "Sta per scadere l'ultima proroga e non sappiamo nulla"

Il Comune non ha ancora sbloccato l'ultimo atto. Ma il tempo per accendere un mutuo sta per scadere

Era già accaduto per gli atti firmati negli ultimi tre anni: mesi di ritardo e di silenzio da parte dell’amminnistrazione capitolina, mail e chiamate andate a vuoto, proteste e denunce per ottenere anche piccoli avanzamenti burocratici. Sta accadendo anche per la firma finale: questa mattina i soci della cooperativa Inventare l’abitare, vincitrice del bando per l’autorecupero che dovrebbe trasformare un’ex scuola in via dei Lauri 15, a Centocelle, in 23 appartamenti per famiglie con redditi bassi, sono tornati a protestare sotto le finestre del dipartimento Patrimonio e Politiche abitative per chiedere un incontro con l’assessora Valentina Vivarelli.

“Manca l’atto finale, la firma davanti al notaio di tutte le parti in causa per attivare finalmente il mutuo, a carico dei soci della cooperativa, necessario a dare il via ai lavori all’interno dei singoli appartamenti”, spiega il presidente della cooperativa, Bruno Papale. “La proroga di sei mesi richiesta dal direttore del dipartimento alla banca sta per scadere e noi non sappiamo cosa accadrà.  In questo modo tutti i soldi spesi dai soci per la perizia andranno persi e, soprattutto, si impedisce di portare avanti un progetto di autorecupero che dovrebbe essere, al contrario, motivo di orgoglio per la città”.

La vicenda potrebbe assomigliare a un racconto dell’assurdo e invece ognuno di questi passaggi è documentato da una serie di atti firmati da funzionari del Comune. Dopo anni di ritardi sulla tabella di marcia (il bando risale al 2002 e le case sarebbero dovute essere consegnate nel 2008), il 9 marzo del 2018 il dipartimento Lavori pubblici firma la comunicazone di consegna del fabbricato di proprietà comunale alla cooperativa. Assegnazione "provvisoria" in attesa della concessione del mutuo della banca. “Senza casa per una firma”, recitava uno striscione di protesta appeso sulla facciata dell’edificio disabitato. Ottenuta la firma, sembrava fatta.

Invece “tredici mesi dopo scopriamo che l’immobile non era assicurato dal Comune. E senza assicurazione la banca non avrebbe dato il via libera”, spiega Papale. Nessun problema. L’assicurazione l’avrebbero pagata i soci. Ma per accendere un’assicurazione su un’immobile di proprietà del Comune serviva una lettere protocollata che certificasse l’assenza di un’altra polizza attiva. Sono serviti mesi di attesa e una protesta anche per ottenere questo documento che arriva l’11 aprile del 2019. “Ora possiamo andare da Banca Etica e chiedere un mutuo per poter avviare i lavori”, ha spiegato Papale in quell’occasione. L’iter sembrava finalmente pronto per arrivare a conclusione anche perché, Banca Etica, aveva dato il suo via libera.

Dopo questo passaggio servivano altre due determine dirigenziali: l’ipoteca sull’immobile e una presa d’atto degli uffici della stima economica per i lavori, nel frattempo lievitati, pari a circa 23 mila euro ad appartamento. “Abbiamo presentato tutta la documentazione necessaria ma non siamo ancora riusciti ad ottenerle”, denunciava Papale nel dicembre del 2019, sempre nel corso di una protesta. Queste determine arrivano nel gennaio del 2020.

“A questo punto l’ennesima sorpresa. Da parte degli uffici del Dipartimento patrimonio, ci viene comunicato che hanno un dubbio: forse il provvedimento deve ripassare in Consiglio comunale, cosa questa mai accaduta per i precedenti 6 progetti di autorecupero”. Non c’era molto tempo: i documenti andavano presentati alla banca entro il 22 gennaio 2020.  Il 21 gennaio 2020 la direttrice del dipartimento Patrimonio e Politiche abitative invia alla banca una richiesta di “proroga dei termini per la stipula del mutuo”. La richiesta, si legge nel documento, è stata inoltrata per “consentire all'amministrazione il perfezionamento degli atti di competenza”. Poi più nulla.

Video - La storia del progetto di autorecupero di via dei Lauri

“Terminata la fase dell’emergenza mi sono subito attivato con Pec e telefonate senza ricevere alcun riscontro. La proroga scade il 21 luglio prossimo e ancora non sappiamo cosa ha intenzione di fare il dipartimento. La cooperativa è stata chiara, non è mai stato necessario il passaggio in Consiglio comunale ma se questo li fa sentire più sicuri non ci siamo opposti. A febbraio ci è stata mandata una Pec in cui ci hanno assicurato che la parte politica avrebbe svolto quanto di competenze in brevissimo tempo”. Così è scattato il presidio di questa mattina che si è concluso con la promessa di un incontro per venerdì prossimo per le ore 12 con l'assessora Vivarelli e il direttore di dipartimento.

Quello di via dei Lauri, ricordano infine dalla cooperativa Inventare l’Abitare, “non è l'unico progetto che rischia di andare in malora: a via di Grottaperfetta 315, un altro stabile, per il quale la cooperativa aveva vinto il bando e firmato la convenzioni con il Comune, rimane abbandonato da anni, ridotto a uno scheletro di impalcature arrugginite. L’ex assessora Gatta, la prima volta che ne sentì parlare, favoleggiò che ne avrebbe fatto una struttura tutta in legno con tecniche di avanguardia, assicurandoci che avrebbe messo 3 milioni di euro in bilancio per tale opera e non se ne saputo più nulla.

La cooperativa spiega di essere pronta a muoversi “in tutte le sedi, anche giudiziarie, perché non può più sopportare, questa sciatteria e indifferenza con cui si trattano i diritti di persone che attendono da anni di poter finalmente cominciare i lavori della propria casa”. Venerdì prossimo l’incontro sarà accompagnato da un nuovo presidio. 

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