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Tor Tre Teste Alessandrino / Via Raimondo Targetti

Parco Tor Tre Teste, tutti contro il polo sportivo del Coni: "Stop ai lavori"

Non lo vogliono i comitati, non lo vogliono i cittadini, non lo vuole il municipio. O meglio, non nella vallata al centro del parco. Gli ambientalisti: "Trasferirlo dove davvero serve una bonifica"

Un campetto per calcio a cinque, basket e volley, un mini ciclodromo per bmx, uno spazio dove praticare l'arrampicata e un altro per giocare a ping pong, un percorso per fare attività fisica e giochi per bambini. Niente cemento, ma comunque un'infrastruttura in mezzo al verde che ai cittadini non è mai andata giù. Parliamo del polo sportivo firmato Coni da realizzare nella vallata del parco Alessandrino, più noto tra i residenti come parco Tor Tre Teste, nella periferia est della Capitale.  

Dopo una prima convenzione tra Roma Capitale e il Comitato olimpico, il cantiere è partito a luglio, inaugurato dallo stesso Giovanni Malagò e dall'allora presidente del comitato promotore dei Giochi Olimpici di Roma 2024, Luca Cordero di Montezemolo, prima del "no" grillino alle Olimpiadi. Dovrebbe essere il primo polo sportivo dei 15 previsti per altrettanti municipi, nel progetto "Aree Sport nei parchi di Roma", inserito nel fondo "Sport e Periferie", finanziato con 100 milioni di euro da investire entro il 2017. 

Sulla carta i lavori, approvati dal Campidoglio, dovevano concludersi in tre mesi, nei fatti (dopo una serie di stop legati ai pareri della Sovrintendenza sui vincoli paesistici) sono partiti a settembre e proceduti sempre a rilento. Mentre comitati e residenti hanno tentato invano di fermarli chiedendone il "trasloco" in un'altra zona del parco, abbandonata e da riqualificare. Senza intaccare il verde e il paesaggio.

"Come Wwf abbiamo fatto esplicita richiesta di spostare il cantiere, nell'area ci sono specie importanti di avifauna, crescono funghi e flora, il profilo paesaggistico è assolutamente da tutelare". A parlare a RomaToday è Franco Menenti, membro del Wwf Lazio e del neonato Coordinamento popolare per la difesa del parco Alessandrino. "Non siamo contrari alle strutture per praticare sport, ma farli nella vallata, una distesa verde dove tra l'altro d'estate è caldissimo e freddo d'inverno, è un'assurdità. Qualcuno ascolti i cittadini, ci sono zone del giardino che hanno molta più necessità di una seria bonifica". 

Le istanze dei residenti sono state raccolte dal municipio. Due giorni fa la votazione di una mozione all'unanimità che impegna il minisindaco a richiedere il blocco immediato del cantiere e il suo trasferimento nell'area verde sopra alla tombatura della via Prenestina Bis, tra via Targetti e via Falck. Il Coordinamento si è detto soddisfatto dell'atto prodotto in Aula, ma freme per il blocco del cantiere. Che mentre scriviamo è ancora a lavoro. "Ritenevamo che il mandato unanime dato dal Consiglio municipale al presidente del municipio per attuare il blocco dei lavori e lo spostamento del cantiere fosse sufficiente a ripensare il progetto che si sta realizzando nella 'Vallata'. Invitiamo, per tanto, i mezzi d'informazione congiuntamente ai cittadini del territorio a denunciare l'immobilismo di fronte al compimento di questo vero e proprio 'scempio'". Rabbia e timori per il parco del quartiere non si fermeranno finché le ruspe non lasceranno lo scavo. Il minisindaco Boccuzzi a RomaToday assicura: "Stiamo dialogando con il dipartimento". 

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