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Tor Sapienza, svuotata la 'stecca' centrale occupata: verrà demolita e riprogettata

Sono uscite le ultime 18 famiglie: una parte è stata trasferita in altre abitazioni, altre si sono allontanate senza chiedere assistenza. Valeriani: "Ora al via la riqualificazione"

Le ultime famiglie che vivevano nella cosiddetta ‘stecca’ centrale del complesso di case popolari di Tor Sapienza sono uscite questa mattina. Da oggi la struttura, inizialmente pensata per essere destinata a negozi e servizi ma quasi subito trasformata in abitazioni da famiglie senza titolo, è vuota e gli appartamenti che erano stati ricavati al suo interno sono stati distrutti per evitare nuove occupazioni.

L’immobile è destinato ad essere demolito e ricostruito all’interno di un piano di interventi di manutenzione dell’intero complesso per il quale Ater e la Regione Lazio hanno stanziato complessivamente 25 milioni di euro. In particolare, la riqualificazione della ‘stecca’ dovrebbe costare circa un milione e 200 mila euro ed essere realizzata grazie a un concorso di progettazione in collaborazione con l’Ordine degli Architetti di Roma. La nuova destinazione verrà scelta con un percorso partecipato con gli abitanti e non sarà residenziale.

Come fa sapere l’Ater, l’ente regionale proprietario degli immobili, l’operazione è stata portata a termine senza disordini. Delle 18 famiglie che erano rimaste al suo interno, 8 sono state trasferite in alloggi individuati dall’Ater con assegnazioni temporanee, due non avevano diritto ad alternative alloggiative e altre otto si sono allontanate nei giorni scorsi senza richiedere assistenza alloggiativa. Una prima operazione di sgombero si era tenuta già nell'aprile del 2019 con un blitzmesso in campo dagli agenti della polizia locale. In quel caso le operazioni avevano riguardato i box seminterrati.

L’assessore alle Politiche abitative della Regione Lazio, Massimiliano Valeriani, ha commentato: “È stata avviata  un'importante operazione nel complesso Ater di Tor Sapienza per liberare i locali della ‘stecca’ interna, che negli anni erano diventati un luogo di degrado. Un percorso condiviso, con le persone fragili prese in carico dall'Ater e altre collocate in strutture sociali, che permetterà di avviare un progetto di riqualificazione urbana degli edifici. Ristabilire la legalità e rigenerare i complessi abitativi sono i presupposti per migliorare la qualità della vita delle persone”.

Dichiara il direttore dell'Ater, Andrea Napoletano: "Quello di oggi è un intervento che testimonia l'impegno di Ater sul fronte della riqualificazione con progetti adeguati e del contrasto alle situazioni di degrado offrendo, però, assistenza e ascolto per tutte le situazioni di fragilità". 

A seguire alcune di queste famiglie è stato il sindacato Unione Inquilini: “Quasi mai a Roma assistiamo a sgomberi che prevedono la ricollocazione in alloggi dei nuclei famigliari”, commenta Silvia Paoluzzi. “Per questo ringraziamo Ater Roma e Regione Lazio per aver ascoltato le nostre istanze. La vicenda di via Morandi ci dice ancora quanto siano necessarie politiche abitative strutturali. Abbiano bisogno di più case popolari per affrontare il fabbisogno reale”. 

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