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Tor Sapienza Tor Sapienza / Viale Giorgio Morandi

Tor Sapienza come Corviale, un concorso di progettazione ridisegnerà la 'stecca commerciale'

Lo ha spiegato questa mattina l'assessore all'Urbanistica Massimiliano Valeriani

Abbattimento della ‘stecca’ centrale di Tor Sapienza e individuazione di una nuova funzione. È questo il primo progetto dell’Ater di Roma che verrà realizzato con un concorso di progettazione così come previsto nel protocollo d’intesa firmato questa mattina dall’assessore all’Urbanistica e Politiche abitative, Massimiliano Valeriani, il presidente dell’Oar, Flavio Mangione, e le Ater regionali volto a promuovere e diffondere il ricorso a queste procedure nei processi di riqualificazione urbana nei comuni del Lazio partendo proprio dal patrimonio delle aziende territoriali di edilizia residenziale.

L’intento dell’abbattimento era già stato anticipato nel corso di un’assemblea pubblica che si è tenuta il 9 aprile scorso presso il centro anziani di Tor Sapienza durante il quale era stato annunciato un piano di interventi di manutenzione degli edifici da oltre 25 milioni di euro totali la cui fase finale era proprio l’abbattimento della stecca centrale. La spesa stimata ad aprile per quest’ultimo step era di un milione e duecentomila euro.

“Abbiamo bisogno di riqualificare quell'area attraverso un ripensamento totale della famosa 'stecca commerciale'”, ha spiegato Valeriani. “In quella periferia, che è stata una delle centrali maggiori del disagio ed è ancora una polveriera, abbiamo deciso intervenire in maniera radicale, perché quell'elemento urbanistico-edilizio dentro il complesso a raggiera di Tor Sapienza va ripensato: lì si annida un problema da estirpare”. Il modello, ha fatto sapere Valeriani, è quello di Corviale.

Cosa arriverà al posto della ‘stecca’ centrale verrà individuato proprio con il concorso di progettazione. Prima bisognerà aver terminato, o avviato a conclusione, il processo di svuotamento della palazzina. La ‘stecca’ infatti era nata come edificio a vocazione commerciale ma, come accaduto in molti altri quartieri popolari della capitale, i 36 negozi, comprese le cantine, sono stati occupati e trasformati in abitazioni. Le famiglie che abitavano nelle cantine sono state sgomberate con un blitz della polizia locale all’inizio di aprile. Una seconda operazione si è tenuta a novembre.

Oggi, ha spiegato il direttore generale dell’Ater di Roma, “lo svuotamento è arrivato a un buon 50 per cento. Procediamo con cautela”, ha aggiunto, “perché proponiamo soluzioni alternative alle situazioni di fragilità”. Una data per l’avvio del concorso ancora non c’è ma l’obiettivo è “fare in modo che si parta in breve tempo”.  

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