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Martedì, 16 Aprile 2024
Tor Sapienza Collatino / Via Salviati

Via Salviati: c'è il nuovo argine anti rifiuti, ma i roghi non cessano

Le foto del Comitato di Quartiere mostrano l'ennesimo rogo tossico, scoppiato intorno alle 23, a poche ore dall'installazione di barriere in new jersey per impedire ai furgoni di fermarsi a scaricare i rifiuti da bruciare

Ancora roghi, ancora fiamme, ancora diossina. E a scaldarsi, perché davvero nel quartiere la misura è colma, sono anche gli animi dei residenti. A poche ore dal blitz anti rifiuti della Polizia Municipale che ha installato cordoli di new jersey (foto a destra)sul perimetro del campo per evitare il carico e scarico dei materiali, il Comitato di Quartiere diffonde immagini che hanno il potere di azzerare ogni ottimismo. 

"Questo è il risultato" si legge nel commento alle foto che ritraggono fumo e fiamme levarsi dal campo. "Attenzione a non abusare della pazienza dei cittadini. Vergogna infinita!". Dalle finestre sbarrate per lasciare fuori il puzzo asfissiante, anche ieri sera si alzava il solito sipario. Ma d'altronde, lo stesso Cdq aveva già espresso più di un dubbio sull'utilità reale dell'operazione di questa mattina.  New Jersey-2

"Il solito blitz che rischia di rivelarsi inutile, senza un piano organico di intervento". Roberto Torre, presidente del Comitato, ha commentato a Romatoday l'operazione della Polizia Municipale nel campo rom di via Salviati: cordoli di new jersey per evitare il parcheggio dei furgoni che ogni giorno trasportano rifiuti negli insediamenti, quelli che poi finiscono ad alimentare i roghi alla diossina che appestano il quadrante. 

"Le operazioni vanno bene, non vogliamo essere necessariamente negativi - spiega Torre - ma è evidente che tutti i blitz effettuati fino ad oggi non hanno portato a nulla. E fare in modo di bloccare i furgoni che portano i rifiuti al campo rischia di essere un deterrente molto limitato nel tempo". 

Si teme insomma che, tempo qualche giorno, chi ha fatto dello smaltimento illegale di materiali la sua attività quotidiana a scopo di lucro, trovi un nuovo escamotage per continuare a farlo. Certo la speranza è di sbagliarsi - "siamo primi a gioire se questa misura dovesse effettivamente fermare le attività" - ma i fatti parlano da soli. I residenti di tentativi (vani) di sanare la piaga ne hanno visti diversi, senza contare proclami elettorali, assemblee, incontri, tavoli istituzionali che negli anni hanno passato il problema ai raggi x senza risolverlo. E ora non credono più a niente. 

"Per noi la soluzione lo abbiamo tante volte quale sarebbe: chiudere i campi, andare davvero verso il superamento. Attuare una strategia a lungo termine sulla quale trovare un accordo di massima fra tutti i soggetti coinvolti, istituzionali e non, pensando a quello che merita Tor Sapienza, che non è certo quello che abbiamo tutti i giorni sotto gli occhi". E pensare, conclude, che "negli anni sessanta, quanto il terreno fu espropriato ai privati, lì, doveva sorgere un parco pubblico".

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