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Tor Sapienza Tor Sapienza / Via di Tor Sapienza

Tor Sapienza, parla Borghezio: "Questo quartiere mi ha conquistato. Voglio una Lega romana"

A sorpresa l'europarlamentare evita l'epicentro della protesta e incontra i cittadini in bar. "Dove sono Marino e Alfano? Qui c'è il deserto istituzionale". E sulla Capitale: "Mai parlato male dei romani, ce l'avevo con il Palazzo"

"Non sono qui per attizzare l’incendio. Non andrò in viale Morandi perché bisogna essere responsabili". A dirlo è l'eurodeputato della Lega Nord Mario Borghezio che questa mattina ha visitato le strade di Tor Sapienza, il quartiere di Roma est al centro delle cronache dopo gli scontri dei giorni scorsi tra residenti e migranti.

Nessuna passerella, assicura l’europarlamentare, che ha preferito evitare l’epicentro della protesta (il centro di accoglienza di viale Morandi) e incontrare i cittadini in un bar in via di Tor Sapienza. Ad attenderlo, però, oltre al vicepresidente di Casa Pound Simone di Stefano, ci sono soprattutto le telecamere e i cronisti della carta stampata. "Contrariamente a quello che avete scritto non sono qui per creare problemi - spiega Borghezio - non è solo al centro delle proteste che si raccolgono le voci dei cittadini".

RABBIA FONDATA - Per Borghezio quella di Tor Sapienza non è una rivolta contro i rifugiati, ma “una ribellione di persone che amano il proprio quartiere. Ho letto tanti reportage sui giornali, e il razzismo non c’entra nulla. Sono residenti esasperati da chi si comporta male. È una rabbia stra-fondata".  

DOV’E’ MARINO? - "Questi sono quartieri abbandonati a sè stessi - continua l’europarlamentare - perché il Sindaco e il Ministro Alfano non sono qui? Non è stato fatto nulla per decenni. Sono arrivato da un’ora e mezza e non ho visto una pattuglia della Polizia Locale. Dov’è la municipalità? Non esiste un ufficio di rapporti con il pubblico. Bisogna dare forza all’autonomia locale e ricostruire la comunità dal basso".

L’europarlamentare agita una cartina disegnata a mano con la mappa dei centri di accoglienza e dei campi rom della zona. "Me l’ha data un abitante - spiega - Ad horas incontrerò Marino in Campidoglio e gliela consegnerò".  

LA LEGA A ROMA - Non poteva mancare qualche battuta sui propositi del carroccio di sfondare nella Capitale. "Dieci giorni fa abbiamo fatto una riunione preparatoria per portare la Lega a Roma. Non abbiamo in mente una Lega Nord Roma ma una Lega Romana, un movimento che nasce nella Capitale. Eravamo in via della Lupa, pensa il destino".

Non sono mancate neppure le contestazioni. A chi gli ricorda i suoi propositi di "derattizzare" la Capitale Borghezio risponde: "Non ho mai parlato male dei romani, ce l’avevo con il Palazzo. I romani mi piacciono perché sono orgogliosi della propria città. Questo quartiere mi ha conquistato". Chiude con una battuta. "Poche persone ad aspettarmi? Contrariamente a quello che si dice la gente a Roma lavora". 

CASA POUND - Insieme a Borghezio il vicepresidente di Casa Pound Simone Di Stefano. "Abbiamo riscosso grande apprezzamento da parte degli abitanti del quartiere - ha detto l'esponente del movimento di estrema destra - del resto noi nelle borgate di Roma ci siamo sempre e non solo in occasione di appuntamenti elettorali. Dubitiamo che invece Alemanno o Marino possano avere il coraggio di presentarsi. Nelle analisi di questi giorni abbiamo constatato la cecità di una sinistra sempre più distante dalle istanze popolari e incapace di coglierne e interpretarne il dissenso. 

"E' facile - conclude Di Stefano - fare titoli roboanti sull'accoglienza degli immigrati e non essere poi in grado di proporre soluzioni: forse Formigli e Scanzi potrebbero decidere di ospitarli a casa loro, in fondo sono solo una decina"

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