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La Rustica La Rustica / Via Dameta

La Rustica resta senza carnevale: comitati sfrattati fermano i preparativi per protesta

Locali liberati il 31 gennaio su richiesta del municipio in applicazione della delibera 140

Niente festa di Carnevale. Quest'anno La Rustica resta senza le maschere e i carri di una tradizione quasi decennale. La sfilata di sabato 3 febbraio è stata annullata per protesta, perché il quartiere ha ben poco da gioire.  

Ancora una volta per effetto dell'ormai nota delibera 140 (licenziata dall'ex giunta Marino a seguito di una sentenza della Corte dei Conti) che mira a riordinare il patrimonio pubblico comunale indisponibile, dato in concessione con un regolamento che risale al 1983, un altro luogo di aggregazione di periferia se ne va. E' la Casa delle associazioni Lucio Conte di via Dameta, dedicata all'omonimo cittadino nato e cresciuto nel quartiere, ex consigliere comunale molto amato sul territorio. Il 31 gennaio lo sfratto e la restituzione dei locali, concessi dal municipio sette anni fa, nel 2011, sotto la presidenza di Roberto Mastrantonio, per eventi culturali, ludici, sociali. Bimbi, adulti, anziani, ci hanno trascorso tutti almeno un pomeriggio. Un punto di riferimento e di aggregazione chiave per il quadrante che adesso non esiste più. Il contratto stipulato è scaduto e oltre allo sfratto il municipio ha richiesto un'indennità di occupazione di circa 21mila euro per il periodo tra ottobre 2016 e novembre 2017. Più il risarcimento di danni procurati da atti vandalici, circa 1900 euro. 

"Togliere l'immobile agli abitanti senza una alternativa valida nel breve periodo è una scelta che di fatto ostacola il lavoro e l'impegno di coloro che dedicano il loro tempo libero alla partecipazione" dichiarano i membri dei comitati coinvolti. "L'utilizzo, di procedure trasparenti per l'assegnazione dei beni comunali, non può, e non deve, andare a discapito dei servizi erogati alla collettività". Tra questi, nei 140 metri quadrati di spazio, anche una biblioteca popolare. 

Tutto sulla delibera 140

"Che amarezza, sono passata ieri lì davanti e ho visto la desolazione. Non si può tentare niente per riavere l'uso dei locali?" domanda Sandra Z., tra i tanti utenti Facebook che hanno manifestato il loro dispiacere alla notizia della chiusura imminente della Casa delle associazioni. Segue Maurizio F.: "Adesso ci sarà solo da aspettare l'inizio dei lavori, ogni giorno perso sarà un danno per la collettività e per un bene comune". E ancora Silvia: "Non ho parole... Se doveste organizzare qualcosa, chiamatemi". Il malcontento dilaga e il V municipio prova a correre ai ripari.

"Stiamo lavorando affinché il quartiere non perda un presidio culturale così importante" dichiara a RomaToday l'assessore alla Scuola Jessica Amadei. Si è fatta carico di trovare luoghi adatti per i libri della biblioteca. E la ricerca è ancora in corso. Mentre in mattinata le istanze delle associazioni sono arrivate in commissione Trasparenza municipale. L'opposizione dem chiede un'assegnazione provvisoria onde evitare l'abbandono o l'occupazione abusiva dei luoghi. E ancora prima, un'immediata verifica per quanto riguarda il progetto alternativo voluto dalla maggioranza, in fase di studio: uno sportello anagrafico e un presidio dei vigili urbani. "E' importante valutare con attenzione i costi e le condizioni di sicurezza per il personale" puntualizza la consigliera dem Nunzia Castello, "a nostro avviso al momento non ci sono gli estremi per la fattibilità del piano".

L'idea è ancora al vaglio degli uffici tecnici, messa nero su bianco in una risoluzione votata in Consiglio municipale. L'anagrafe di via Prenestina 501, la più vicina, è infatti distante dal quartiere 25 minuti con i mezzi pubblici. E a far da cornice al progetto vi è la volontà di riunificare un territorio diviso in tre municipi: la borgata ricade nel V, l'area di Casale Caletto nel IV, Grottoni nel VI, per un totale di 15mila abitanti. I disagi nell'utilizzo di presidi afferenti a tre enti locali diversi è intuibile. Da qui l'obiettivo di ricongiungere la zona, dotando il suo centro, l'area di via Dameta, di servizi propri. "E' un'azione fondamentale per il quadrante, di fatto scoperto rispetto ad altri dei rispettivi municipi" spiega il capogruppo M5s in V Pietro Rossi, che sta seguendo da vicino la vicenda. "Per quanto riguarda lo sfratto è una conseguenza della delibera 140, faremo quanto possibile per eventualmente valutare spazi alternativi". 

La delibera 140: dove eravamo

Sono centinaia, lo ricordiamo, le realtà sociali, culturali, associative, finite sotto la scure della delibera 140 licenziata nel 2015 dall'allora governo di Ignazio Marino, che recepiva una sentenza della Corte dei Conti. Il fine era riordinare la gestione degli immobili comunali assegnati negli anni a realtà associative di varia natura, senza scopo di lucro, che, in forza di questa caratteristica, avevano potuto usufruire di un canone calmierato. Alla scadenza di queste assegnazioni, molti avevano continuato a versare l'affitto precedentemente concordato. Troppo poco, secondo appunto una prima sentenza della Corte dei conti, e poi della delibera Marino. 

Tra le centinaia di associazioni beneficiarie del patrimonio comunale a cui è stato chiesto di pagare la differenza tra il canone calmierato e quello di mercato, oltre che di liberare i locali, anche la Casa delle associazioni Lucio Conte. Nonostante una direttiva della squadra di governo capitolina dell'allora assessore a bilancio e patrimonio Andrea Mazzillo (poi tra le "vittime" dei rimpasti di giunta). Stabiliva a giugno il blocco degli sfratti in attesa di un nuovo regolamento sulle concessioni. Nel frattempo, il silenzio. E la mappa dei locali liberati continua ad allargare i suoi confini. 

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