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Centocelle Quadraro / Via Casilina, 761

Il Parco di Centocelle è inquinato: Raggi chiude gli accessi all'area verde

Ordinanza della sindaca. Chiusi gli ingressi a ridosso della Casilina. E' l'ultimo atto di una vicenda iniziata nel gennaio 2017

Parco di Centocelle, il Comune batte un colpo: due mesi dopo la pubblicazione dei dati che certificavano la tossicità dei terreni dell'area verde del V municipio, la sindaca Raggi ha firmato un'ordinanza con la quale dispone la chiusura al pubblico degli accessi a ridosso della Casilina e rinnova l'interdizione dell'area a ridosso del cosiddetto Canalone Mussolini. 

Così è cominciato tutto Centocelle, fumi tossici dal canalone dei rifiuti: così il parco diventa "terra dei fuochi"

Parco di Centocelle e la "terra dei fuochi"

Si tratta dell'ultimo atto di una vicenda che va avanti da gennaio 2017, da quando un incendio si è sviluppato nel sottosuolo del parco, portando di fatto alla luce rifiuti di ogni tipo. Dopo mesi di silenzio da parte del Comune è arrivata l'ordinanza che, da un lato certifica la pericolosità dei terreni, dall'altro prende un provvedimento drastico, destinato a creare proteste da parte dei residenti. 

Parco di Centocelle, il suolo è tossico: metalli pesanti oltre i limiti di legge

Ricordiamo che a fine settembre sono stati resi noti i dati [leggi qui] che certificano la tossicità dei terreni, assai più simili ad un'area industriale che ad un'area verde. E come avevamo anticipato il giorno dopo la pubblicazione dei dati, arriva ora la chiusura. 

La ricerca è stata condotta dal CDCA - Centro di Documentazione Conflitti Ambientali che a sua volta ha commissionato lo studio alla Source International. Il tutto a fianco dell'associazione Asud onlus e del comitato Pac Libero che ormai da quasi due anni segue la vicenda passo passo. Da gennaio 2017, quando l'ex canalone Mussolini, sul lato ovest del parco, emanava fumi tossici provenienti da tonnellate di rifiuti interrati. O da febbraio, quando 41 giorni dopo l'incendio la sindaca Raggi firmò un'ordinanza per la bonifica di quel quadrante di parco. 

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Un provvedimento, lo ricordiamo, rimasto lettera morta. Unico compito portato a termine? Le analisi delle acque di falda e della qualità dell'aria, fatte da Arpa Lazio con risultati poco rassicuranti: acqua inquinate e superamento dei limiti di legge per quanto riguarda i composti organoclorurati. Subito dopo la diffida da parte dei residenti per l'inadempienza del Comune relativamente alla bonifica, la Protezione Civile ha interdetto l'area relativa al canalone per motivi di sicurezza e incolumità pubblica. Poi sul parco è calato il sipario, almeno quello istituzionale. 

Il lavoro è andato avanti grazie a cittadini e comitati. Che hanno partecipato a un bando privato usufruendo di un budget di circa 5mila euro elargito dalla Patagonia Enviromental Grant. Il 26 e 27 giugno sono stati prelevati dal suolo del parco i campioni necessari di terreno in otto punti diversi. Dai più critici, il canalone e la zona degli sfasciacarrozze, al quadrante del primo stralcio, l'unico realmente fruita dai cittadini. Su tutti è un dato in particolare ad allarmare: berillio, selenio, stagnio, tallio, vanadio superano i tetti di legge in tutti e otti i punti dei prevelievi. In due di questi il berillio oltrepassa l'asticella fissata per le aree industriali. Un disastro, che purtroppo i cittadini conoscevano già, nei fatti se non nei numeri.

Di seguito i passaggi salienti dell'ordinanza: i dati, le disposizioni della sindaca Raggi e la mappa corrispondente ai punti interdetti

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