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Centocelle Via Casilina, 900

Ex Casilino 900: famiglie rom bonificano il parco e vivono nell'ex distributore Agip

Sono tornati nel vecchio villaggio sgomberato da Alemanno, insediati in una struttura di proprietà di Eni. Da sei mesi puliscono quel fazzoletto di parco dietro gli sfasci e assicurano: "Sarà aperto a tutti i cittadini"

C'è vita nell'ex campo rom Casilino 900. Calcinacci e montagne di immondizia cresciute a dismisura con lo sgombero dell'insediamento non ci sono più, fiori piantati in aiuole curate arredano il giardino insieme a un orticello di pomodori e zucchine, e il vecchio distributore dell'Agip, fatiscente da anni, è diventato metà casa metà uffici.

LA BONIFICA - "Abbiamo pulito tutto, sono sei mesi che ci lavoriamo, siamo arrivati qui ad agosto, è stata dura ma ora che lo guardiamo siamo veramente orgogliosi, ora è accogliente". A farci strada in quello che è rimasto dell'ex campo, Suzana, una delle donne e madri che ha ristrutturato il casottino di proprietà dell'Eni, trasformandolo nella sua abitazione. Letti, mobili, tappeti, una televisione, un cucinotto e un bagno. 

"Non sai come abbiamo trovato questo edificio, era occupato da prostitute e quattro marocchini, non ci si poteva muovere da quanto era pieno di immondizia. Piano piano gli abbiamo ridato vita, e ora i miei bambini hanno un tetto degno sulla testa". Suzana ci fa da Cicerone tra le mura della nuova casa e il parco, dove mostra soddisfatta i risultati della bonifica. Erba tagliata, cumuli di rifiuti in un angolo che aspettano il ritiro di Ama, nuove piantine che spuntano dal prato, e una fungaia, "restituita ai cittadini dopo averla liberata dall'immondizia". 

IL VIDEO--->Tour nell'ex campo

"UN PARCO PER I ROMANI" - Sì, perché sulla fruizione del giardino messo a nuovo i rom non ammettono equivoci. "Questo non è nostro, non ci siamo voluti appropriare di niente, è per i romani, per tutti coloro che vorranno venire qui le porte sono aperte". Un fazzoletto di verde dietro gli sfasciacarrozze della Togliatti pensato perché tutta la città possa goderne. Loro, i rom, sono i custodi, si occupano della manutenzione. E guai a chi parla di occupazione del parco. Si chiama "inserimento nella società". 

"E' un modo per mettere insieme integrazione e impegno sociale per la città - spiega Suzana - qui i bambini si sentono liberi e tranquilli, imparano a essere responsabili nei confronti del posto dove vivono, e nello stesso tempo fanno qualcosa per la comunità, non per i rom, per tutti i cittadini di Roma". Un'altra vita, dopo il caos vissuto nel villaggio di Salone. 

LA FUGA DA SALONE - "Siamo tra quelli che sono stati allontanati dal Casilino 900 e portati a Salone, veniamo da lì, ma non era più possibile starci, era un inferno". La donna racconta di un'intollerabile guerra fra etnie. "Ad agosto nel campo volevano prendere mia figlia con la forza, ci siamo ribellati perché non tutte le ragazze di 18 anni vogliono sposarsi, e invece le famiglie bosniache la vedevano bella e volevano prenderla". Da qui la fuga. E il ritorno tra i ricordi del vecchio campo. Ma non sono arrivati da soli. 

L'ASSOCIAZIONE NUOVA VITA - Dietro l'iniziativa c'è l'associazione Nuova Vita, di Najo Adzovic, l'ex delegato ai rom dell'amministrazione Alemanno, che nella porzione anteriore dell'edificio Eni, davanti alle stanze delle famiglie, sta attrezzando l'ufficio dell'associazione, un oratorio per bambini, una cucina dove distribuire pasti caldi agli indigenti.

"Con le due famiglie rom abbiamo cominciato un percorso innovativo di integrazione - spiega Adzovic - a loro va una possibilità concreta di inserimento nel contesto sociale, ai romani il parco bonificato e un punto di riferimento sul territorio per tanti servizi che metteremo a disposizione per tutti". Anche per i residenti del quartiere. "Qui verranno avvocati, medici, un vescovo, ci sarà anche un commercialista a disposizione delle esigenze dei più sfortunati, che non possono permettersi servizi a pagamento". Come vengono retribuiti?

"Sono tutti volontari, persone di buona volontà che ci stanno aiutando". E l'amministrazione è a conoscenza del progetto? Ha rilasciato dei permessi? "Abbiamo firmato un patrocinio del Municipio per bonificare il parco, per quanto riguarda invece la struttura di Eni è proprietà privata, il Comune non può deliberare in merito". 

PERMESSI E OCCUPAZIONE - Il minisindaco Palmieri conferma di conoscere tutto, e di aver firmato un patrocinio "per un progetto di attività culturali e sociali da fare nel parco". Altra cosa però è l'occupazione del vecchio distributore. Difficile chiamarla in altro modo, perché la struttura è di proprietà di Eni. "Abbiamo invitato più volte Eni, qualora volesse, a denunciare il fatto, ma al momento nessuno si è fatto vivo alla Polizia Locale". Per quanto riguarda invece la pulizia del parco, "ci sono tante associazioni che lo fanno, in sè è una cosa buona per tutto il territorio". 

In attesa, a breve, del taglio del nastro, assicura Najo. E tutti saranno invitati, "anche le istituzioni". 

Nuova Vita all'ex campo Casilino 900

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