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Bivacco e prostituzione fuori controllo: ecco il Parco Madre Teresa di Calcutta

Ad un problema di criminalità si somma quello dei rifiuti lasciati dalle prostitute e dai loro clienti. Il cancello di ingresso è stato divelto e il giostraio che aveva in custodia l'area ha abbandonato il servizio in seguito a minacce

Nonostante le assemblee pubbliche e l'impegno, almeno sulla carta, di alcuni consiglieri municipali, il Parco Madre Teresa di Calcutta appare in condizioni sempre più degradate e precarie. I problemi sono gli stessi segnalati tante volte su questo giornale e sostanzialmente si riducono al pessimo stato del verde e all’assenza di controlli nelle ore notturne, quando l’area viene lasciata alla disponibilità di prostitute, spacciatori e delinquenti di strada. 

I FATTI DI CRONACA - Una scia di violenza iniziata nel 2010 con il ritrovamento dei cadaveri di due cittadini rumeni, e proseguita fino ad oggi - il 9 giugno scorso un 38 enne è stato gambizzato nei pressi del parco. Infine, come abbiamo accennato, c’è un problema di prostituzione il cui esercizio in questa zona è letteralmente fuori controllo (l’11 aprile scorso alcuni volontari impegnati nella pulizia del parco hanno rimosso, così dicono, 3 kg di profilattici). 

IL VERDE E LA SICUREZZA - E se di notte l'area diventa zona rossa, di giorno non va meglio. Al problema del mancato sfalcio dell’erba, mal comune dei parchi della periferia romana, qui si somma quello dei rifiuti, a volte perfino ingombranti, lasciati dagli ospiti notturni. Come è avvenuto in altri aree verdi del Municipio V (vedi il Torrione Prenestino e Piazza del Pigneto) anche nel Madre Teresa di Calcutta i problemi di decoro diventano così un tutt’uno con quelli della prostituzione e del bivacco.

LE SOLUZIONI - Negli ultimi giorni il Municipio V ha lanciato un bando per affidare ai cittadini o a comitati di quartiere il compito, laddove possibile, di apertura e chiusura delle aree verdi. Ma nel Parco Madre Teresa la convenzione per la custodia esisteva già ed oggi è venuta meno. 

Oltre al furto di un cancello e al danneggiamento di alcune parti della recinzione, dietro ci sarebbe un fatto ben più inquietante: secondo alcune indiscrezioni il giostraio a cui era stata demandata la custodia del parco avrebbe abbandonato l’incarico in seguito a presunte minacce ricevute dai gestori del racket della prostituzione. Come dire, la volontà non basta. Per riportare nell’area almeno un barlume di legalità servirebbe forse un primo impegno da parte di istituzioni e Forze dell'Ordine. Ma di questi tempi non è chiedere poco.  

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