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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Centocelle, dopo i roghi l'incubo furti: istituzioni incontrano gestori dei locali. E c'è chi pensa alle ronde

Lontano dagli occhi dei giornalisti il premier Conte ha incontrato Danilo e Alessandra de 'La Pecora elettrica' e Marco Nacchia del 'Baraka bistrot'. Anche la Regione ha incontrato gli imprenditori ma la paura resta e c'è chi pensa a turni di guardia per scacciare gli incubi

Prima la serie di incendi, poi i furti (uno andato a segno e tre no). I piccoli imprenditori di Centocelle stanno vivendo, da settimane, un incubo. Combattere contro nemici senza volto, inoltre, fa ancora più paura. A dar sostegno agli esercenti, che siano titolari di negozi o gestori di locali, è l'intero quartiere sceso, per due volte, in piazza

Ma non solo: nelle ultime ore anche le istituzioni si sono fatte sentire, dal vertice in Procura fino alla Regione, passando per il premier Giuseppe Conte. Eppure non basta perché chi vive in quella zona del V Municipio di Roma ha paura, non vuole abbassare la guardia e per cercare un po' di giustizia (fai da te) valuta anche l'opzione delle ronde in strada. 

Il premier Conte incontra Pecora Elettrica e Baraka Bistrot 

Andiamo con ordine. La serie di incendi degli ultimi mesi ha alzato il livello di guardia. Si era partiti, il 25 aprile, con la (presunta) certezza dell'atto fascista contro la Pecora Elettrica, caffetteria libreria dichiaratamente anti estrema destra. Qualche lampadina però l'aveva accesa il rogo alla pinseria Cento55. Quindi il secondo incendio alla Pecora e l'attentato al Baraka Bistrot, hanno sgretolato le certezze di chi indaga che, ormai, scarta la pista nera.

Secondo quanto risulta a RomaToday, dietro questi roghi ci sarebbe una lunga ombra di bande criminali legate alla Camorra che stanno provando ad affermarsi su un territorio che fa gola. Lo Stato, almeno nelle intenzioni, non vuole stare a guardare e le prime risposte sono arrivate: prima il nuovo impianto di illuminazione pubblica, poi l'incontro in Prefettura

Basta? Probabilmente no. Nella serata di domenica, senza telecamere e fotografi, il premier Giuseppe Conte ha radunato attorno ad un tavolo i proprietari della Pecora Elettrica e del Baraka Bistrot. Una cena "improvvisata", che si è tenuta in un ristorante proprio di Centocelle, da 'Dante', non lontano dai locali incendiati. Un faccia a faccia, voluto da Conte che ha assicurato il pieno supporto. 

"È stata una chiacchierata molto informale durante la quale Conte ci ha chiesto come poter essere utile. - racconta Danilo Ruggeri della Pecora Elettrica all'agenzia Dire - Noi non gli abbiamo dato ancora delle risposte e lui ci ha detto, gentilmente, di prenderci tutto il tempo di cui abbiamo bisogno". Conte ha dato appuntamento ai gestori di Centocelle tra due settimane.

La Regione stanzia un fondo ma la Pecora Elettrica ora resta chiusa

Alla Pisana invece, nella mattinata di lunedì è andato in scena un incontro tra gli esponenti della Regione Lazio e Comitati e le associazioni di Centocelle. L'Ente ha ribadito la promozione, nella prossima legge di stabilità, di un fondo di un milione di euro per le vittime degli incendi (anche il Comune di Roma ha aperto un fondo). Comitati e associazioni, dal canto loro, hanno sottolineato l'importanza di avere una presenza costante delle istituzioni sul territorio, che vada oltre il controllo a livello di sicurezza.

La Regione, raccogliendo questa istanza, ha quindi proposto di aiutare l'apertura di attività socio-culturali e, a questo scopo, verrà fatta una ricognizione sugli immobili di sua proprietà del Lazio. Tra 15 giorni si svolgerà un nuovo incontro, questa volta a Centocelle.

Primi passi che Ruggeri vede di buon auspicio: "Mi sono apparsi molto realistici, determinati e sinceri su quello che si può fare o meno. Sembra l'inizio di un percorso che a Roma non c'è mai stato".

Il titolare della Pecora Elettrica, tuttavia, ha ribadito la volontà di non riaprire nonostante le novità emerse anche nell'incontro nella sede di via Colombo. "Chiudiamo questo capitolo e poi vediamo, si tratta di una cosa talmente grande che abbiamo bisogno di tempo per valutare la strada da prendere - ha spiegato - Adesso non ci sono le condizioni per riaprire".

Con la Regione Lazio resta aperta la questione dei fondi "per chiudere quello che si deve chiudere, a prescindere dalle scelte future, perché abbiamo subito dei danni economici. Stanno capendo con noi a quanto ammonta questa stima e quali sono gli strumenti che loro possono mettere in atto per non andare a perdere tutto quello che abbiamo investito finora. Poi si aprirà il capitolo di intervenire su un territorio che già è ricco di protagonismo sociale e capire come farlo coinvolgendo queste realtà. Questa non è una cosa scontata e ne do atto alla Regione".

"La situazione non è cambiata molto nelle ultime settimane"

Dopo gli incendi, tuttavia, il quartiere questa mattina si è svegliato con l'incubo dei furti nei locali e nei negozi. "E' una piccola strategia della tensione", l'ha etichettata Ruggeri. Il tentativo di scardinamento delle serrande è avvenuto nonostante l'incremento della presenza delle forze dell'ordine sul territorio: "Noi l'abbiamo detto che la sicurezza non è fatta solo dalla presenza delle forze dell'ordine sul territorio - ha aggiunto - La situazione non è cambiata molto nelle ultime settimane".

Commercianti pronti a turni di notte e ronde 

E che ci sia tensione lo testimonia anche lo stato d'animo di chi fa impresa nel quartiere, come il titolare del pub di via dei Ciclamini vittima del tentato furto nella notte che alle telecamere di RomaToday ha raccontato come avesse il timore di essere stato bersaglio di un atto incendiario.

"Non ce la facciamo più, siamo pronti a organizzarci con dei turni di vigilanza delle nostre attività", dice un negoziante di via Filippo Parlatore. "A me tempo fa hanno rubato circa 70mila euro. Ero disperato, sul lastrico", racconta il titolare di una tabaccheria non lontana da via dei Ciclamini. "Quella volta ho dormito per una settimana seduto sul mio scooter, davanti alla tabaccheria per evitare che tornassero. È il momento di fare lo stesso". 

Sconforto anche nelle parole di una donna che lavora in un bar non lontano dal Baraka: "Polizia e Carabinieri fanno un ottimo lavoro, ma come fanno a sorvegliarci 24 ore su 24? Non sappiamo come fare. Dobbiamo organizzarci tra commercianti per fare dei posti di guardia, anche delle ronde".

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